Galleria - Le Radio di Sophie - Gallery

Radiomarelli "Lo Scrigno"

Il "cofanetto del tesoro", supereterodina del 1933

Nei primi anni di attività la Radiomarelli produsse un certo numero di apparecchi radio su licenza della American Bosch, eseguendo delle copie praticamente identiche agli originali. Questo è il caso, per esempio, del Coribante di cui si parla in un'altra pagina di questa galleria. Anche lo "Scrigno" è una copia di una radio Bosch, in particolare del modello 200, detto "treasure chest" (scrigno del tesoro), di cui per curiosità del lettore accludo un'immagine. Lo schema, invece, è completamente differente in quanto il modello americano è ad amplificazione diretta mentre la versione italiana  è una supereterodina.

Il mobile si presenta proprio come un piccolo scrigno delle dimensioni di cm 41 x 25 cm, alto 26 cm, rivestito con impiallacciatura di legno pregiato ("piuma" di noce o mogano), con due robuste maniglie laterali e il coperchio con la serratura a chiave. La linea semplice e squadrata è abbellita da una modanatura che fa da cornice al coperchio e da quattro piedini arrotondati, oltre a due sottili incisioni parallele ai bordi superiore e inferiore della cassa. A vederlo chiuso non offre alcun indizio esterno che possa farne capire il contenuto, dato che i comandi e l'altoparlante sono nascosti dal coperchio, e il filo di 'alimentazione e l'antenna fuoriescono dal fondo. La radio appare solo aprendo il coperchio, con la griglia traforata a volute per l'altoparlante e due manopole, volume e sintonia. L'apertura provoca anche l'accensione della radio, tramite un ingegnoso meccanismo collegato con la levetta di sostegno del coperchio. La scala, numerica, è tarata in metri e copre la gamma delle onde medie. Una presa "fono", presente anch'essa sul pannello superiore, consente il collegamento di un grammofono. 

(Fare clic sulle immagini di qua sotto per vederle ingrandite)

 

Schema elettrico

Per accedere al telaio occorre ribaltare lo scrigno, posandolo su uno dei lati lunghi (vedi foto qua sopra). In questo modo è possibile smontare le valvole per l'eventuale sostituzione, mentre per operazioni più complesse è necessario sfilare completamente il telaio dal mobile, dopo aver rimosso le sei viti che lo fissano alle robuste staffe metalliche laterali. Il circuito monta 5 valvole di tipo americano con accensione a 2,5V; si tratta di una supereterodina del periodo pre-classico (prima del 1933), quando non esistevano o non erano ancora diffuse le valvole specializzate e quelle multiple. La convertitrice è un pentodo tipo 57, montata in modo da funzionare sia come oscillatrice, sia come mescolatrice (derivazione del circuito "tropadina" degli anni '20); il controllo del volume è effettuato dosando il segnale proveniente dall'antenna mediante un potenziometro a filo. Segue l'amplificatrice IF (58) sintonizzata a 125 kHz, e la rivelazione a caratteristica di placca è affidata nuovamente a una 57; da notare che con questa configurazione non era possibile implementare un controllo automatico di guadagno, che verrà introdotto più tardi. Da notare anche un errore presente nello schema allegato: la resistenza di catodo delle rivelatrice è indicata del valore di 25 Mohm, mentre ovviamente è da intendersi 25 kohm. La finale è una 47, accoppiata mediante resistenza-capacità alla placca della rivelatrice. Infine la raddrizzatrice è la onnipresente 80, alimentata da un trasformatore ad ingresso "universale" (110-160V con prese di adattamento), l'altoparlante è elettrodinamico. Nonostante la semplicità il circuito è ben studiato e garantisce una buona sensibilità e un'eccellente selettività, grazie anche al doppio circuito accordato presente in ingresso (condensatore variabile a tre sezioni). Nelle due foto che seguono è visibile il meccanismo dell'interruttore e il condensatore variabile con il meccanismo di demoltiplica.

Restauro

Le foto che seguono sono sufficientemente eloquenti circa lo stato iniziale dell'esemplare e raccontano il lavoro di restauro del mobiletto, che era stato per qualche tempo poggiato sul pavimento di una cantina umida. Fortunatamente il coperchio, il pannello superiore traforato e la tela dell'altoparlante si erano conservati bene, ed è stato possibile ripristinarli senza dover sostituire alcunché. Le parti in bakelite erano presenti e integre, a parte una manopola che è stata sostituita con una copia in resina. Anche il telaio era tutto sommato in buone condizioni, sebbene un po' arrugginito, e non ha richiesto nient'altro che una revisione standard e una taratura accurata.

(Fare clic sulle immagini di qua sotto per vederle ingrandite)

 

Prova di ascolto

Dopo tante ore dedicate al restauro, alla paziente ricerca dei legni, all'incollaggio, ai vari trattamenti e lucidatura, alla riparazione elettrica e all'assemblaggio finale, la prova di ascolto della radio finita è sempre un momento speciale, emozionante anche per chi come me ne ha viste tante. Il risultato è comunque più che soddisfacente: le valvole pur essendo quasi tutte originali hanno ancora una buona efficienza e forniscono un suono caldo e potente, direi anche troppo potente, dato che il potenziometro del volume agisce sull'ingresso d'antenna e non è quindi in grado di azzerare il suono, e per sentire la stazione locale a volume basso occorre ridurre la lunghezza dell'antenna. La sintonia è precisa e la selettività notevole. Anche l'effetto della "frequenza immagine" dovuto al basso valore della frequenza intermedia è notevolmente attenuato per la presenza del doppio circuito accordato d'ingresso.

 

Leonardo Mureddu 02/07

 

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